Al Pånt dla Biånnda
Il Ponte della Bionda


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Al Pånt dla Biånnda int un dsaggn d Unbêrto ṠghèrżiAl Pånt dla Biånnda l’é una rivéssta ch’la vén fòra tótt i mîṡ, e l’é al sèguit dla vacamata, vgnó fòra a surpraiṡa al maiṡ d avréll dal 2001, fagànd la fénta d avair un gran cumitè ed redaziån. Invêzi l’êra un’idéa ch’la s êra iluminè una nòt ed lôrgna int al zócc gegnèl ed Fàusto Carpàn, e che anc al Sît Bulgnaiṡ in prinzéppi al l’à publichè. 

Intànt ai é pasè al sô tänp, la rivéssta l’à canbiè nómm e Carpàn l à bucè vî la mâscra e l à prupòst ai bulgnîṡ ed dèri una man. Acsé, anc se Al Pånt dla Biånnda al và d lóng a èser un gran mêrit dal nòster Fàusto, l’é dvintè anc un mustrén ed bologneṡitè che tótt quant i i dan al sô cuntribût, sía parché i mànden di artéccol e däl sturièl da publichèr, sía parché i ṡlónghen ògni tant di bajuchén, in manîra che la rivéssta la s pôl finanzièr e arivèr tótt i mîṡ int äl nòstri casàtt dla pòsta. S’a vlî arzàvver anc vuèter sta publicaziån péṅna ed nutézzi, infurmaziån, curioṡitè e leteratûra, ciamè bän al nómmer 339/3536585! Se invêzi a vlî spedîr un racånt o una nutézzia, scrivî a Fàusto: Fausto Carpani, Via Emilia Ponente 21, 40133 Bologna

Al Pånt dla Biånnda (Il Ponte della Bionda) è una rivista mensile che fa seguito a la vacamata, comparsa a sorpresa nell’aprile del 2001,Dsaggn ed Wolfango simulando di essere prodotta da un intero comitato di redazione. In realtà era un’idea accesasi nella mente geniale di Fausto Carpani in una notte d’insonnia, e anche Il Sito Bolognese all’inizio ne ha pubblicate delle puntate.

Intanto è passato del tempo, la rivista ha cambiato nome e Carpani ha gettato la maschera, proponendo ai bolognesi di dargli una mano. Così, anche se Al Pånt dla Biånnda continua a essere un grande merito del nostro Fausto, è diventato una vetrina di bolognesità cui tutti danno il proprio apporto, sia mandando articoli e narrazioni da pubblicare, sia passando periodici contributi finanziari, affinché la rivista possa autofinanziarsi e arrivare tutti i mesi nelle nostre buche della posta. Se anche voi volete ricevere questa pubblicazione piena di notizie, informazioni, curiosità e letteratura, chiamate a questo numero: 339/3536585! Se invece volete inviare un racconto o una notizia, scrivete a Fausto: Fausto Carpani, Via Emilia Ponente 21, 40133 Bologna


Avîṡ pr i colezionéssta: Gottardo Cendron, al màsster rilegadåur ed lîber, l à preparè una beléssima cartléṅna par tgnîr d acât i dågg’ nómmer dla vacamata. Chi é interesè al pôl telefonèri par méttres d acôrd par la cunsaggna: STUDIO “IL LIBRO”, Via Andreini 23 a, 40127 Bulåggna, tel. 051/503065

Avviso per i collezionisti: Gottardo Cendron, artigiano rilegatore di libri, ha preparato una bellissima cartellina per conservare i dodici numeri de la vacamata. Chi fosse interessato può telefonargli per concordare la consegna: STUDIO “IL LIBRO”, Via Andreini 23 a, 40127 Bologna, tel. 051/503065

Par vàdder zêrt nómmer vîc’ dla vacamata - Per vedere alcuni vecchi numeri de la vacamata


Al Pånt dla Biånnda adès ch'l é stè restaurè

Una bèla nutézzia - Una bella notizia

Grâzie ala Fundaziån Dal Månt e al sô segretèri generèl Marco Poli, al Pånt dla Biånnda fenalmänt l é stè restaurè, e acsé an cascarà brîṡa! Ai 22 ed żóggn dal 2004 ai é stè l’inauguraziån, ch’l’é vgnó pròpi pulîd! Par vàdder äl fotografî dal Pånt turnè in scuèdra, clichè bän qué! - Grazie alla Fondazione del Monte e al suo segretario generale Marco Poli, il Ponte della Bionda finalmente è stato restaurato, salvandosi dal crollo! L’inaugurazione, davvero ben riuscita, si è svolta il 22 giugno 2004. Per vedere le foto del Ponte rimesso a nuovo, cliccare qui!


Il Ponte Nuovo o Ponte della Bionda sul Navile

di Fausto Carpani (estate 2002)

A Bologna, in zona Cà Bura c’è un bel ponticello in laterizio che scavalca il canale Navile e sulle vecchie mappe è citato come “Ponte Nuovo”,Dsaggn d Unbêrto Ṡghèrżi popolarmente detto “Ponte della Bionda”. L’origine di questo nome si può far risalire al tempo in cui il Navile era l’unica grande strada sulla quale transitava di tutto e sul suo corso erano presenti opifici, magazzini, osterie, posti di sosta e di cambio dei cavalli da traino. Su una via così trafficata e piena di vita non poteva mancare il mestiere più antico del mondo e lì, al Ponte Nuovo, sostava una “signora” dalla chioma fulva in attesa di occasionali clienti... Non a caso i vecchi bolognesi, quando si riferivano ad una donna dedita al mestiere più antico, dicevano: La và drî al canèl... sostituito in tempi più vicini a noi con la và drî ala mûra o l’é ónna di vièl

Per quanto ne so è l’unico ponte a schiena d’asino presente nel territorio comunale ed è anche sufficientemente antico. Si può addirittura ipotizzare che possa essere stato costruito dal Vignola (sec. XVI), se è vero che l’architetto che progettò i Banchi di Piazza Maggiore lavorò anche alla nostra antica via d’acqua (a lui vengono attribuiti il ponte di Corticella e il Sostegno, la conca di sollevamento delle barche, Dsaggn d Unbêrto Ṡghèrżinella stessa località).

Nonostante l’incuria degli uomini e le insidie del tempo, il Ponte della Bionda è ancora lì, un po’ malmesso, ma resiste. Ha ancora la sua bella salghè (“seliciata”) di sassi di fiume ed è ancora percorribile a piedi. La sua funzione era quella di consentireDsaggn d Unbêrto Ṡghèrżi il passaggio degli animali che trainavano le barche in risalita verso Bologna, dalla riva sinistra del canale alla Restara, l’argine che separa il Navile dal Canalazzo, che scorrono paralleli fino al Battiferro e in corrispondenza del Ponte Nuovo si riuniscono in un unico alveo. Per impedirne la futura  rovina sarebbe sufficiente eseguire alcuni elementari lavori di consolidamento e la ricostruzione di una spalletta ormai scomparsa. Poi, un’appropriata illuminazione lo farebbe apparire di notte come una fantastica visione sul passato, visibile a chi percorre via dei Terraioli, la nuova strada che unisce la zona artigianale della Cà Bura con la via Cristoforo
Colombo1.

Su quel ponticello malmesso per secoli son transitati i cavalli e i buoi che tiravano in città le barche con il loro carico di grano, sale, merci varie. Sul canale navigarono anche passeggeri illustri come Giovanni II Bentivoglio, quando andava alla “domus jucunditatis” di Ponte Poledrano e poi papa Giulio II
2, Santa Caterina da Bologna, Lucrezia d’Este, Giacomo III Stuart.

In qualunque altro paese occidentale il Ponte della Bionda sarebbe da anni un monumento protetto, come anche tutta la zona del Navile che invece sta desolatamente andando in rovina.


1) Nota di FC: La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, nella persona del suo dinamicissimo Segretario Generale dr. Marco Poli, ha recentemente accettato la proposta del sottoscritto di stanziare i fondi per effettuare un’operazione di consolidamento che scongiuri il pericolo di crollo. Insieme al responsabile del progetto, arch. Francisco Giordano, e ai tecnici che effettueranno i lavori (compresa l’illuminazione notturna) abbiamo già effettuato un paio di sopralluoghi preparatori. Prossimamente avremo anche un incontro con il presidente del quartiere Navile e con il sig. Girotti, promotore della costituenda società “Amici del Navile”, al fine di procedere di comune accordo sul progetto regionale relativo al risanamento del canale.

2) Nòta dal Sît Bulgnai: A nuèter però Giólli II an s pièṡ brîṡa parché, cum avän détt ala pâgina däl Tårr dla Mercanzî, l é stè al dstrutåur dla libartè ed Bulåggna (e dal Palâz di Pêpol) - Nota del Sito Bolognese: A noi però Giulio II non sembra così illustre perché, come si dice alla pagina delle Torri della Mercanzia, è stato il distruttore della libertà di Bologna (e di Palazzo Pepoli).


Ala prémma pâgina
Và só